I Motori del Mese: l’incontro con la Avina Foundation
Costruire alleanze d'impatto per creare cambiamento sistemico attraverso innovazioni accessibili e modelli sostenibili. L'intervista a Gabriel Baracatt & Fernando Rueda Koster presso la sede di Fondazione Lang Italia
15 Giugno 2016
Fundación Avina è una fondazione latino-americana, nata nel 1994, che incuba e supporta processi innovativi tesi a costruire collaborazioni con attori in settori diversi, unendo nuove tecnologie, social innovation e modelli di business sperimentali per produrre impatto duraturo e su larga scala.
Avina opera attraverso l’innovazione partendo da un principio chiave: nessuno può creare cambiamento sociale da solo. Presente in 21 Paesi e con più di 5.000 partner nel settore sociale, privato, pubblico e dell’educazione, Avina ha mobilitato oltre $1 miliardo tra fondi propri e risorse a leva per promuovere il cambiamento sistemico.
Abbiamo discusso il modello e i risultati della Fondazione con Gabriel Baracatt, CEO di Avina Foundation & Fernando Rueda Koster, responsabile delle European Strategic Partnerships, evidenziando come una Theory of Change possa costituire la base per alleanze inter-settoriali ad alto impatto.
Alla Fundación Avina basate il vostro lavoro sulla costituzione di partnership con i governi, le comunità e con attori corporate per creare sinergie. Qual è il ruolo di una Theory of Change quando si lavora con così tanti player differenti?
Noi partiamo da un’assunzione: nessuno sa cosa sia il cambiamento, non c’è una teoria generale della realtà. Il cambiamento risiede negli attori coinvolti e nella nostra abilità di creare le giuste condizioni affinché questi attori uniscano le proprie risorse.
In questi anni, l’Avina Foundation ha raggiunto risultati impressionanti. 12 milioni di messicani emigrati negli Stati Uniti hanno visto espandere i loro diritti di voto, 3 milioni di latino-americani hanno avuto accesso ad acqua potabile attraverso la democratizzazione della governance delle risorse idriche e lo sviluppo di alleanze pubblico-private… Qual è il vostro modello per misurare il vostro impatto sociale?
Per noi l’impatto è la condizione chiave, di conseguenza un buon sistema di monitoraggio è fondamentale. Ci avvaliamo di un sistema proprietario dedicato e procediamo sempre con dati controfattuali corroborati internamente, con i nostrialleati, e con i beneficiari finali che, in fin dei conti, sono i veri validatori delle evidenze di impatto.
Inoltre, di solito cross-compariamo queste informazioni con dati esterni e di Paese. Questo è il nostro approccio per quanto riguarda la misurazione quantitativa. Poi, a seconda del progetto, procediamo con integrazioni più qualitative ma senza dati numerici chiari sarebbe molto complicato tracciare – e valutare – la differenza che auspichiamo di fare.
La Avina Foundation opera anche attraverso l’impact investing. Come integrate questa strategia nel vostro lavoro?
L’impact investing è qualcosa che stiamo vivendo come un altro strumento per il cambiamento sociale: abbiamo alte aspettative per questo settore e crediamo potrà produrre risultati impressionanti, come la microfinanza ha dimostrato per anni.
Lanciare nuovi modelli di business in grado di creare crescita sostenibile è parte dei nostri obiettivi – per questo abbiamo creato Ikatu Ventures, un’organizzazione che opera come alleata per le imprese attive per la preservazione dell’ambiente, l’inclusione sociale, le energie rinnovabili … Ikatu affianca le PMI con un alto impatto potenziale per aiutarle a diventare investibili e attrarre capitali esterni.
Potete darci un esempio di come riuscite a unire leader non profit e attori corporate per conseguire interessi comuni?
Un esempio recente: in Cile assistevamo a una terribile opposizione tra le compagnie elettriche e le organizzazioni civiche locali per la costruzione di una diga in Patagonia. Abbiamo lavorato fianco a fianco con imprese energetiche, università, gruppi di interesse locali, e con il Governo producendo uno studio che dimostrava come la diga non fosse in realtà fattibile senza un cambio sistemico nella matrice energetica del Paese.
E questo ha portato a un altro fondamentale risultato, i.e. il lancio delle nuove Politiche Energetiche Nazionali 2030. Qualcosa che, in fin dei conti, era necessario per il bene delle comunità locali, dell’ambiente, e delle stesse imprese.
È proprio questo il punto: il nostro scopo è essere facilitatori e creatori delle condizioni capaci di riunire attori differenti con valori condivisi e un obiettivo comune. A volte l’essenza del cambiamento sistemico sta nell’andare oltre l’orizzonte immediato per definire un terreno con benefici a lungo termine per diversi stakeholder.
Per ulteriori informazioni http://www.avina.net/