Le 7 pillole sulla Theory of Change
19 Novembre 2019
Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato 7 pillole sulla Teoria del Cambiamento. Se te le fossi perse, eccole tutte insieme.
Pillola 1 – Qual è il primo step per sviluppare una buona Teoria del Cambiamento?
Ecco le 6 domande fondamentali a cui rispondere prima di partire:
- CHI vorresti sostenere o influenzare (target)?
- QUALI benefici stai cercando di generare (risultati)?
- QUANDO intendi generarli (tempo)?
- COME hai previsto di realizzarli (attività, strategie, risorse…)?
- DOVE e con quali circostanze ti troverai a lavorare (contesto)?
- PERCHÈ credi che la tua teoria sarà confermata (supposizioni)?
Pillola 2 – Gli errori da evitare: confondere la responsabilità con la speranza
Pillola 3 – Gli errori da evitare: guardarsi allo specchio anziché guardare all’obiettivo
Pillola 4 – Gli errori da evitare: non prendere in considerazione il contesto esterno
Pillola 5 – Gli errori da evitare: non confermare la plausibilità della tua teoria
Pillola 6 – Gli errori da evitare: creare una teoria che non è misurabile
Per essere in grado di verificare, affinare e migliorare nel tempo la tua teoria del cambiamento, devi prima di tutto essere in grado di monitorarne e misurarne gli elementi chiave e la tenuta dei nessi logici.
Una modalità comune per rendere operativa e funzionante una theory of change è entrare nel dettaglio – articolare gli indicatori, sia qualitativi che quantitativi, di input, output e outcome che in base alla theory of change dovresti monitorare. Per fare questo, è utile sviluppare un logframe, uno strumento che graficamente “tiene insieme” la ToC sviluppata, le risorse allocate per raggiungere gli obiettivi prefissati, le ipotesi (“assumptions”)e gli indicatori identificati per i diversi elementi, inserendo non solo la fonte delle informazioni (“source”) e i risultati attesi (“target”), ma anche la situazione di partenza (“baseline”).
Se invece non riesci a raccogliere questi indicatori con la giusta frequenza per capire cosa sta funzionando o non sei in grado di catturare le informazioni necessarie, può darsi che i tuoi indicatori siano da rimodulare secondo la regola “S.M.A.R.T”, oppure che la tua teoria del cambiamento non sia stata sviluppata ad un sufficiente livello di dettaglio: ad esempio, potresti aver bisogno di definire outcome intermedi, predittivi rispetto agli obiettivi di lungo periodo.
Pillola 7 – Gli errori da evitare: credere di aver pensato a tutto
Per ottenere il massimo dalla tua Theory of Change, è necessario individuare e prendersi la responsabilità delle incertezze che inevitabilmente fanno parte del tuo piano.
Ogni learning organization specifica chiaramente le proprie supposizioni, verifica con regolarità se questi presupposti rimangono validi e valuta quali nuove supposizioni può essere utile considerare e testare per migliorare ulteriormente il proprio impatto.
Un sistema facile ma efficace per raggiungere questo obiettivo è creare una “learning agenda”, ovvero una semplice lista di presupposti e ipotesi che la tua organizzazione può testare e verificare con una certa frequenza: in questo modo avrai la certezza che la Teoria del Cambiamento della tua organizzazione sia costantemente rivisitata e, all’occorrenza, migliorata.
I sette errori oggetto di questa serie sono senz’altro i più comuni, ma certamente non gli unici. Scopri come acquisire più competenze sulla ToC con il nostro Corso Executive Theory of Change e Valutazione dell’Impatto. Clicca qui per saperne di più.