Con un budget annuo di 500 milioni di euro, la fondazione bancaria “la Caixa” di Barcellona è attiva per supportare iniziative che vanno dall’inclusione sociale alla ricerca con la mission di contribuire al progresso della società attraverso programmi propri o di enti terzi.
Negli ultimi anni, anche alla luce del corrente scenario macro-economico, la Caixa ha lanciato il nuovo Social Entrepreneurship Program. Un’iniziativa innovativa non solo per il focus su un settore di crescente interesse, ma soprattutto per l’approccio che va ben oltre il supporto monetario, caratterizzandosi per dinamiche da venture philanthropy tese a rafforzare le competenze necessarie per sviluppare un business a impatto sociale.
Ne esaminiamo i meccanismi – e i risultati – con Francesc de Paula Ventura Ribal, Social Entrepreneurship Director di la Caixa.
Com’è nata la Caixa e qual è il suo rapporto con la banca?
La Caixa è stata creata nel 1904 come cassa di risparmio (“Caixa de oro”) con l’obiettivo di dare la possibilità ai soggetti più vulnerabili di accedere a piani pensionistici. Come organizzazione non profit la Caixa concentra i propri profitti in attività sociali – che inizialmente si sono chiaramente focalizzate sulle persone anziane.
La Caixa Foundation è il risultato della trasformazione de la Caixa in una fondazione bancaria nel giugno 2014, in linea con la Savings Banks and Banking Foundations Law del 2013.
Com’è nato il programma di Social Entrepreneurship?
5 anni fa abbiamo deciso di creare questo programma con un budget annuale di 500.000 euro. L’obiettivo è fornire supporto a imprenditori e organizzazioni del settore sociale per promuovere la loro trasformazione in imprese sociali – accrescendo le possibilità di successo di iniziative d’impatto, accelerando il consolidamento di imprese appena avviate e aumentando la consapevolezza pubblica sull’importanza della social entrepreneurship.
Come funziona il processo e quanto dura il vostro supporto?
Il programma funziona con un bando, aperto ogni anno per 2 mesi a organizzazioni e imprenditori sociali. Quest’anno abbiamo ricevuto 299 application che sono state esaminate internamente – da questo primo screening, 90 sono state selezionate per interviste di approfondimento individuali. 30 sono passate per un secondo scrutinio da un diverso comitato che ha identificato le 20 finali che cominceranno a ricevere supporto dall’avvio del programma di training in aprile.
Uno degli asset principali del nostro programma si basa infatti sul forte supporto dato in termini di risorse non finanziarie, supporto necessario per creare organizzazioni sostenibili. Il “pacchetto” di supporto consiste di:
- Training e mentoring: programma intensivo di un anno.
- Sostegno economico: €25.000 per progetto. Il 50% della somma viene erogata all’inizio del programma; il resto può essere stanziato una volta terminato il programma di training, a patto che i candidati siano in grado di presentare un business plan dimostrando di aver assimilato gli strumenti di management e la giusta vision. Questi piani vengono esaminati da un comitato che decide lo stanziamento del restante 50%.
- Consulenza legale
- Networking
Anche quando sta per iniziare la call per l’anno successivo, cerchiamo di mantenere le attività con gli imprenditori già nel nostro portfolio: in primis, nella parte finale del programma di training, tutti gli imprenditori sociali delle precedenti edizioni partecipano a sessioni dedicate per facilitare sinergie tra di loro e ottenere benchmark dal confronto.
Inoltre usiamo altri strumenti: per esempio, a fine marzo, organizzeremo un corso di formazione in “proattività commerciale e vendita” per 20 imprenditori di precedenti edizioni; abbiamo anche avviato un programma di coaching, selezionando 6 imprenditori dalla prima edizione per un affiancamento. In definitiva il nostro programma non impone una vera deadline che chiude la collaborazione: al contrario, cerchiamo di seguire i nostri imprenditori per tutto il corso della loro attività una volta concluso il periodo di sostegno, e chiediamo loro di inviarci un report ogni anno su differenti indicatori (a livello sociale, economico, ambientale) per permetterci di costruire una base dati e valutare i risultati.
Effettivamente lo stiamo facendo. Al momento stiamo collaborando con Microbank, la banca di la Caixa specializzata in microfinanza, con l’erogazione di prestiti fino a 50.000 euro per gli imprenditori sociali. Spesso i criteri di rischio di una banca rendono i finanziamenti a queste realtà complessi a causa della bassa capitalizzazione quindi stiamo studiando nuove modalità per poterli supportare con strumenti di debito. Il nostro obiettivo è quello di offrire una nuova forma di supporto, trasformando quest’iniziativa in un programma non solo della Fondazione ma di tutta Caixa.
Infine, stiamo anche lavorando con private bank, perché vorremmo esplorare la possibilità che i loro clienti possano investire in queste imprese in forma filantropica.
Ovviamente entrambi sono importanti ma direi che il fattore impatto sociale è quello cruciale: quella è la prima ragione per cui selezioniamo chi accede al programma stesso! La nostra attenzione alle abilità finanziarie è complementare: per generare il loro impatto in maniera significativa e sostenibile, devono poter gestire il proprio business in modo efficiente a rischio di sparire. Un fattore non può esistere senza l’altro.
Questa è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di lanciare il programma di coaching: abbiamo rilevato che una volta arrivati a una situazione di equilibrio sono in grado di sopravvivere nel mercato ma senza un vero orizzonte di lungo termine. Vogliamo che comprendano che per conseguire una vera sostenibilità, devono crescere o non riusciranno a rimanere in attività.
In termini di risultati il programma, con 79 imprenditori sociali selezionati in questi primi 4 anni, è stato in grado di creare impatto su differenti livelli (economico-sociale-ambientale). Basta considerare alcuni dei dati raccolti in termini di:
- inserimento lavorativo:
- Il 47% delle posizioni occupate è costituito da giovani e persone sopra i 50 anni
- Il 92% dei lavoratori era precedentemente disoccupato. Di questi, a fine 2014, il 76% risulta occupato.
- livello di health & housing dei lavoratori collocati:
- Il 40% dei lavoratori sostiene che il contratto gli ha permesso di spostarsi da una casa “povera” a una “decente”
- Il 47% dei lavoratori ha migliorato il proprio livello di accesso all’assistenza sanitaria
- well-being, con 23 imprese sociali che creano impatto su salute e welfare, inclusa l’educazione, inclusione sociale, e training non lavorativo. Ogni impresa sociale ha una media di 242 clienti.
- valore economico, con il 55% delle imprese sociali che ha chiuso il 2014 con profitti, e il 45% di quelle in rosso con perdite vicine al break-even (< €5,000)
Inoltre il trend negli anni è positivo, a dimostrazione del fatto che se imprese sociali selezionate vengono messe nelle condizioni di crescere, ricevendo capitale e sostegno non economico, l’impatto generabile può diventare una forza sostenibile e crescente di cambiamento sociale.